Scopriamo insieme le origini di un dolce napoletano, forse il più famoso: il babà. Come mai si chiama in questo modo?
Questo è di certo un simbolo della cultura culinaria ma soprattutto fortemente rappresentativo di Napoli. Dall’inconfondibile forma tonda e dalla consistenza morbida, è amato da grandi e piccoli. Scopriamo di più sul suo conto.
Le origini del babà
Vera delizia per il palato, il babà è un dolce napoletano dal sapore corposo e deciso. È amato così tanto che è nato anche un modo di dire per indicare una persona dai modi buoni e gentili.
Chi si reca a Napoli di certo non può non assaggiare questa prelibatezza ma forse pochi sanno che la provenienza non è italiana. La storia del babà inizia in Lorena, Francia, dove nel Settecento viveva Stanislao Leszczinski. Il re polacco era in esilio nella località di Luneville, quando un giorno decise di bagnare una fetta di kugelhopf (simile al pandoro) con del madeira. In questo modo divenne più morbido e l’esperimento ebbe così successo che il re tentò di migliorare quella ricetta nata per caso.
Grazie ad esperti pasticceri nacque il dolce ubriaco, migliorato poi con 3 lievitazioni. Alla ricetta vennero aggiunti canditi, zafferano e uva passa.
La figlia era sposata con Luigi XV e il babà presto si diffuse in Francia. La ricetta subì modifiche e anche la forma, diventando quella che tutti noi oggi conosciamo. La prima pasticceria che vendeva il babà venne aperta in Francia ed esiste ancora oggi.
Precisamente, il posto si trovava in Rue Montorgueil 52 e da lì il dolce diventò famoso fra i residenti locali. Si espande la voce di questo dolce semplice da realizzare, apprezzato dai nobili e dai ceti più bassi, ma come arrivò in Italia? A Napoli il babà – parola che fra l’altro si sposa perfettamente con il dialetto locale – è arrivato grazie al legame di parentela della moglie di Luigi XVI, Maria Antonietta, o meglio di sua sorella. Maria Carolina D’Austria era sposata con Ferdinando IV di Borbone e fu proprio lei a portare il dolce a Napoli rendendolo il simbolo della città.
Fu il gesto che lo rese di fatto immortale e inevitabilmente collegato alla tradizione culinaria della città.
Perché il babà si chiama così
Prima che il babà diventasse famoso in Francia però aveva già assunto il nome di babà, o meglio, si chiamava Alì Babà in onore de Le Mille e una notte. Anni dopo ne parlò Voltaire, definendo il dolce come un qualcosa degno di un re, tanto era delizioso.
Talmente inzuppato di liquore, era davvero una delizia per il palato e ancora oggi è così. Sicuramente è il dolce più collegato alla città partenopea e chiunque si rechi in visita a Napoli non può non assaggiarlo o perché no, riportarne un po’ a casa.
Sempre negli scritti di Voltaire, viene spiegato chiaramente che questo dolce ormai era conosciuto come Alì Babà ed è chiaro evincere come in anni il nome sia evoluto accorciandosi e diventando piccolo e simpatico, proprio come la forma del dolce.